Fr. Venanzio M. Quadri

(1916-1937)

 

 

Venanzio-Antonio  Quadri: l’umile gioia della perfezione    di Tito M. Sartori

 

Antonio Quadri nasce a Vado di Setta (BO) il 9 dicembre 1916 da Giuseppe, sarto di professione, e Pia Castelli, che fatturava cestini di vimini per un negozio di Bologna.

Il primo contatto di lui con i Servi di Maria avvenne il 16 settembre 1926 all’età di quasi dieci anni. Quel giorno i probandi del Collegio di Ronzano (BO), accompagnati dal loro P. Maestro, P. Benedetto M. Marconi, si recarono in passeggiata a Vado presso la famiglia di uno di loro. L’arrivo in paese del gruppo di ragazzi, alcuni dei quali vestiti con il tonachino, costituì motivo di forte attrazione per i loro coetanei. Tra costoro c’era anche il nostro Antonio.

Affascinato dalla giovialità di quei ragazzi, al ritorno dei probandi a Ronzano, egli manifestò a mamma Pia l’intenzione di aggregarsi a quel gruppetto, appena possibile. Il desiderio venne esaudito il 3 ottobre 1927 con l’entrata di Tonino nel Collegio di Ronzano.

Negli anni 1929-31 gli fu insegnante di italiano, francese, storia e geografia il P. Bernardino M. Piccinelli, oggi Servo di Dio,  che contemporaneamente ricopriva anche il ruolo di vice Maestro dei probandi. Oltre che insegnante, P. Bernardino gli fu confessore e direttore di spirito. Alla sua scuola egli imparò la devozione alla Madonna e una sconfinata ammirazione per s. Teresa di Lisieux.

Il 7 settembre 1931, indossato il tonachino, Antonio, insieme ad altri 6 compagni, si trasferì a Reggio Emilia condottovi dal nuovo P. Maestro dei Probandi P. Amadio M. Brighetti. Nell’anno 1931-32 furono svolti i programmi scolastici previsti per la IV e la V classe ginnasiale.

Nell’anno 1932-33 ebbe luogo l’anno di Noviziato, preceduto dalla vestizione dell’Abito dei Servi di Maria - rito che venne celebrato il 28 agosto 1932 nella festa liturgica di s. Agostino – e in quella occasione egli assunse il nome di fr. Venanzio. Nell’emettere i voti temporanei il 29 agosto 1933, con il permesso del P. Maestro, unì ad essi l’offerta di sé come «vittima d’amore» sull’esempio di S. Teresa di Lisieux. 

Nei due bienni successivi, 1933-35 e 1935-37, fr. Venanzio si trasferì prima a Bologna per compiervi gli studi filosofici e poi a Roma per il quadriennio del corso teologico rimasto per lui incompiuto in seguito al suo improvviso decesso avvenuto il 2 novembre 1937. Di questi due bienni possediamo un racconto dettagliato fornitoci da un suo compagno di studi, fr. Pietro M. Rizzi.

La narrazione della morte di fr. Venanzio che fr. Pietro  documenta, rappresenta una delle più belle pagine della spiritualità dell’Ordine dei Servi di Maria nel corso di ben 700 anni di storia. In essa emergono le note salienti della santità del Servo di Dio: l’attaccamento all’Umanità del Signore Gesù, la particolare devozione a S. Teresa di Lisieux, l’affetto alla mamma e il tanto umano desiderio di averla vicina in quel supremo momento. Effettivamente quella di fr. Venanzio fu una splendida vita, spentasi troppo presto, ma comunque ancor oggi rifulgente di vivissima luce spirituale.

La causa di beatificazione, iniziata nel 1957 a Bologna, fu  portata a termine nel 1967. La Positio super causae introductione, terminata nel 1979, non fu discussa per il cambio di legislazione avvenuta nel 1983. Raccolte ulteriori prove documentarie, il 2 febbraio 1996 fu presentata la Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis. Da allora si è in attesa che essa venga discussa.